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Intervista al nostro RSC Elio Mesiti, dal bianconero al rossoverde passando per la Serie C e i grandi maestri

Dal 2019 il nostro Responsabile della Scuola calcio è Elio Mesiti. Un uomo di calcio il cui curriculum parla da solo e che dopo qualche anno lontano dai campi ha deciso di tornare e per farlo ha scelto il Cit Turin. Il nome di Mesiti è indissolubilmente legato a quello della Juventus, club in cui è cresciuto calcisticamente con maestri del calibro di Pedrale, Bussone e Sentimenti. Un libero a cui piaceva giocare, tanto che nel corso della carriera è avanzato a centrocampista, un metodista più che un regista visto che la prima squadra della Juve in quegli anni aveva preso Benetti che con Furino formava l’ossatura del centrocampo bianconero.

Dal Settore giovanile juventino, Mesiti è poi andato a fare esperienza in Sud Italia. Siamo a metà degli anni ’70 quando arriva la chiamata della Salernitana in Serie C allenata dal ‘core de Roma’ Giovanni Losi. Una squadra che tra le propria fila aveva giocatori arrivati poi in A come il portiere Giuseppe Valsecchi, i difensori Carmine Gentile e Bernardo Rogora e la coppia d’attacco formata da Antonio Capone e Vito Chimenti. Fu quello un anno complicato per Mesiti che a causa di uno strappo giocò poche partite. Andò meglio a Cosenza dove contribuì alla promozione dalla C2 alla C1 della squadra. Degna di nota anche l’esperienza al Banco di Roma in C2 sempre con Losi tecnico.

Mesiti decide poi di fare ritorno a Torino dove ottiene la qualifica di allenatore di terza categoria (attuale Uefa C) e poi nel 1988 a Coverciano dove ottiene l’Uefa A. Le sue prima esperienze sono alla guida del Pilonetto (ora Cbs), Sisport e poi un anno nei Giovanissimi del Lucento con Parola come responsabile. È il momento dell’approdo ufficiale nella Juventus dove nel 1991 Mesiti avrà un ruolo fondamentale nella nascita della Scuola calcio bianconera, con il club che fino a quel momento poteva contare solo sulle classiche tre squadre: Giovanissimi, Allievi e Primavera. Tre anni di lavoro intensi partiti con la formazione di due squadre di Pulcini e due di Esordienti.

Dopodiché Mesiti è rimasto ad allenare le giovanili bianconere fino al 2000. Da quel momento, tranne un anno da responsabile al Vianney, Mesiti è stato lontano dai campi da calcio e questo fino alla proposta del Cit Turin: «Mi ha chiamato Frau – racconta lo stesso resp rossoverde – con cui non c’è un rapporto buono, ma di più. Nel primo anno già ci siamo tolti diverse soddisfazioni con un ragazzo del 2011 e uno del 2013 che sono stati selezionati dalla Juventus e un nostro istruttore che è andato al Torino. Attualmente abbiamo circa 260/270 ragazzi dal 2009 al 2016 e abbiamo almeno due squadre per ogni annata».

Numeri importanti che sono supportati da quello che è il credo di Mesiti: «Alla base deve esserci il lavoro sulla tecnica e poi chiaramente la predisposizione del bambino. L’istruttore deve seguire i ragazzi e insegnare loro il rispetto e l’educazione che sono alla base della vita e del buon calciatore, oltreché la tecnica. Stiamo facendo un buon lavoro con l’impostazione del lavoro dataci dall’Academy del Torino. A darmi una mano c’è Franco Contratto soprattutto sul lavoro di campo». E infine un mantra insindacabile: «Io penso che nel bambino sia meglio guardare la tecnica che la fisicità, anche perché giocatori come Messi, Neymar o Dybala non avrebbero potuto altrimenti fare la carriera che hanno fatto».

Jacopo Bergeretti

Ufficio stampa Cit Turin LDE