le parole di Vittoria e Fabio


Già da piccina giocavo a calcio, solo ai giardinetti, e mi chiedevano: “Ti piace il calcio?”. Io rispondevo: “Ovvio!” e ricominciavo a tirare calci al pallone, completamente a caso.
Ho praticato karate per tanti anni, poi un anno di atletica e adesso sono qui che gioco con questa squadra e ne sono veramente contenta perché il Cit per me è già diventato una seconda casa, Manuela una seconda mamma e le mie compagne tutte sorelle, perché i pianti, le risate, le gioie, le vittorie e le sconfitte sono ormai parte della mia vita e vi assicuro che queste non sono parole dette a vanvera, ma vengono direttamente dal mio cuore.
La cosa che più mi piace è che le ragazze mi apprezzino. Io so di non essere forte, ma so però che loro mi vogliono bene.
Una squadra è molto diversa da una classe e la differenza che più preferisco è pensare che nel gruppo classe nessuno ama fare ciò che ti appassiona, invece in una squadra, di qualsiasi sport, tutti adorano la stessa cosa, nel nostro caso il calcio.
Ahimè, c’è anche un aspetto che io personalmente reputo negativo. Avendo fatto sempre sport individuali ero abituata a deludere solo una persona, ovvero me stessa, mentre adesso la mia paura più grande è deludere la mia squadra, sbagliando un’azione, un semplice gesto, un minimo e banale stop.
Devo ammettere che il calcio è stato uno sport che mi ha sempre accompagnata durante il corso della mia vita, perché quando i miei compagni facevano le feste di compleanno ci si divideva in due grandi gruppi: maschi e femmine. Queste ultime leggevano libri o pettinavano bambole, mentre i maschietti giocavano a calcio.
Come ormai tutti avrete capito, io sceglievo palesemente la via dello sport.
L’idea di giocare a calcio rimbalzava nella mia testa da alcuni anni ed esattamente due anni fa domandai a papà e mamma di iscrivermi ad una scuola calcio, anche se purtroppo per diversi motivi ho iniziato a giocare solo quest’anno.
Ho sempre pensato che questo sport sia uno dei pochi che può unire tutti: maschi, femmine, bambini e adulti.
Spero di continuare a giocare a calcio qui al Cit perché sarebbe difficile cambiare famiglia.

Vittoria Comes
under 15 femminile Cit Turin LDE

Misteriosi e timidi alcuni di noi
scoppiano i sentimenti di chi è maltrattato
piccole grandi voci di là e di qua…
ma solo chi lo ha vissuto sa com’è.
Ride il bullo che non sa com’è
ma forse non lo può sapere.
E tu come ti sentiresti, bullo, al loro posto?

Fabio Balan
2008 Cit Turin LDE